In Vespa fra Toscana e Umbria – pt.5
Martedì 8 è stata la giornata del rientro; dopo aver passato un’oretta a sistemare l’appartamento per riconsegnarlo nella maniera migliore possibile, abbiamo messo la PX in modalità “cargo“ e siamo partiti da I Guidonami per attraversare l’ultima volta il confine fra Umbria e Toscana. Il programma di oggi prevedeva di “Vespeggiare” fino a Marina di Cecina passando dal Monte Amiata; per un totale di circa 210km.
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L’arrampicata fino ad Abbadia San Salvatore
Avrei potuto andare direttamente a Cecina ma, la tappa “Amiata”, è stata dettata dal cuore: in quelle zone ero andato in vacanza con la mia famiglia nell’ormai lontano 2007, tenevo a far vedere quei luoghi anche a Chiara.
Arrivati allo stesso incrocio di ieri, sulla “Via Cassia” SR2, la prendiamo stavolta in direzione Roma; pochi km dopo iniziamo l’arrampicata sulle pendici dell’ex vulcano, ora monte, Amiata.
La SP61 inizia subito a salire per portarci a Bagni San Filippo (SI), il paese della “balena”. Il ventre caldo dell’Amiata scalda le falde acquifere e, a Bagni San Filippo, si trova una sorgente di quest’acqua che nel suo percorso ha acquisito proprietà termali; una volta arriva in superfice scorre in alcuni rivoli pieni di calcare, quest’ultimo si accumula e col passare degli anni, ha dato forma ad una vera e propria montagna di calcare dalle sembianze, appunto, di una balena.
Pochi km dopo arriviamo ad Abbadia San Salvatore (SI), passando da via Esasseta dove trovo l’albergo dove ho alloggiato con la mia famiglia tanti anni fa. Entrando nel centro storico arriviamo direttamente nella piazza antistante all’Abbazia dedicata al Santo della Città; qua ci fermiamo per la prima sosta della tappa. Giusto il tempo di recuperare le energie e, nel frattempo, visitare l’Abbazia e comprare dell’ottimo miele locale.
Che Vespa…
Ripartendo dal paese, decidiamo di raggiungere la vetta dell’Amiata. Poco dopo Abbadia, inforchiamo la Provinciale “Vetta dell’Amiata” che fin da subito ci fa capire che assumerà delle pendenze importanti; infatti da 822m s.l.m. ci porterà a 1’650m s.l.m. in appena 12km!
Il paesaggio circostante cambia in fretta: dal parco minerario di Abbadia San Salvatore ai pendii scoscesi tappezzati di castagni e larici, interrotti ogni tanto da falesie e immobili tipici della montagna.
La Vespa, carica come un mulo ed in doppio, trotterellava allegra sulla strada, arrampicandosi come uno stambecco sulle Alpi. Addirittura in alcuni tratti chiedeva la quarta! Che Vespa… dopo aver montato il cilindro 150cc e la marmitta Polini Original è veramente rinata.
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Dopo una mezz’ora scarsa, arriviamo al piazzale che segna la fine della strada asfaltata. Qua parcheggiamo la Vespa e decidiamo di andare a piedi fino al punto più alto del Monte Amiata: la statua della Madonna degli Scout. Partiamo a piedi costeggiando la pista da sci per salire fino alla bellissima croce in ferro battuto (che ricorda vagamente la Torre Eiffel) alta 22 metri eretta nel 1910 alla quota di circa 1’700m s.l.m.. Poco più avanti, sulla roccia più alta dell’Amiata a 1’738m s.l.m. si trova la Madonna degli Scout. Da entrambi i punti possiamo godere di una vista strepitosa su gran parte del Centro Italia, spaziando su almeno 3 Regioni.
Scendendo dalla Vetta, pranziamo al Ristorante Sella; lo stesso dove pranzai con la mia famiglia nel 2007.
Scendiamo verso il litorale
Risaltiamo in sella per quello che sarebbe stato l’ultimo tratto della nostra vacanza: Monte Amiata – Marina di Cecina. Il piano era quello di passare da Roccastrada per sbucare a Follonica e da li prendere la strada del litorale verso Cecina, ma ormai avrete capito che i piani sono fatti per non essere rispettati.
Stavolta, però, la colpa è stata di una svolta sbagliata: all’incrocio dopo il paese di Bagnore (GR), ho svotato a sinistra invece che a destra e, scendendo dalle pendici del monte, passando per Roccalbegna ci siamo ritrovati a Grosseto. 40km di strada in più per una svolta sbagliata.
Però ne è valsa la pena, abbiamo percorso strade bellissime che ci hanno regalato paesaggi mozzafiato che dall’Amiata ci hanno fatto “salutare” il mare con le isole del Giglio e di Montecristo che sembrano quasi galleggiare.
A Grosseto prendiamo per Follonica e ci ricongiungiamo alla strada inizialmente prevista; prendiamo la vecchia Aurelia che ci porta fino a destinazione: Marina di Cecina.
Diamo i numeri
Scendiamo dalla Vespa, ci guardiamo e realizziamo che la vacanza è finita. 5 giorni in Vespa per circa 630km di strada a cavallo fra 2 Regioni e 6 Provincie; più o meno 25 litri di miscela bevuti dalla Vespa che, considerando il peso portato, sono anche pochi per un mezzo di oltre 40 anni.
Un’esperienza bellissima, lo stesso viaggio in auto sarebbe stato profondamente diverso; viaggiare in Vespa da sempre delle sensazioni che arricchiscono l’esperienza del viaggio stesso. Anche il pensare a come posizionare i bagagli nella maniera più intelligente possibile è un’esperienza, in auto sarebbe facile mettere tutto alla rinfusa nel bagagliaio.
Parcheggiamo la Vespa in garage e saliamo in casa. Stanchi ma felici. Come scrivevo alla fine di ogni tema di viaggio, quando ero alle elementari, come una firma.