Il Ciao, storia di una Leggenda
Il Ciao Piaggio lo conoscete tutti; non è un semplice motorino ma è IL motorino per eccellenza: piccolo, comodo, economico, maneggevole ma soprattutto per tutti.
Lo conosci il Ciao?
Il Ciao è stato prodotto dalla Piaggio per quasi 40 anni: dal 1967 al 2006. In questi anni sono stati prodotti più di 3 milioni e mezzo di esemplari di Ciao, numeri impressionanti per il piccolino di Pontedera.
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Ma questi risultati non sono arrivati da soli. Piaggio stava crescendo anno dopo anno con le vendite della Vespa ma si accorse che i prezzi aumentavano e sempre meno giovanissimi potevano permettersi “il Vespino”, serviva una soluzione.
La nascita
Nel 1967 la soluzione arrivò col nome di “Ciao”, un nome accattivante ma allo stesso tempo molto familiare dato il richiamo al saluto che ogni giorno diamo a famiglia ed amici.
Con un peso di circa 35 kg a vuoto, il motore incastonato fra le due staffe inferiori e centrali del telaio, un serbatoio ricavato sempre nel telaio formato da due semi gusci di acciaio ed i pedali era praticamente una bicicletta a motore, anche la guida ricorda molto quella di una semplice bici a livello di praticità e maneggevolezza.
Il nuovo arrivato riscosse subito la curiosità delle grandi masse. Le pubblicità mirate e azzeccate (da sempre grande punto di forza dell’azienda Piaggio) il prezzo molto contenuto (54’000 lire la versione “base” contro le 132’000 lire della 50 Special), la bassa velocità massima ed i consumi irrisori fecero il resto. Tutti volevano il Ciao.
Come funziona?
Il piccolo motore da 50cc sprigionava “l’invidiabile” potenza di 1,4 cavalli per una velocità massima di 40km/h. Percorreva almeno 50km con 1 litro di miscela. E se la miscela finisce? Beh, si pedala!
La ciclistica ricordava in tutto e per tutto una bici, la prima versione aveva i freni a pattino, cerchi a raggi cromate, nessuna sospensione posteriore (ma le molle sotto il sellino) e una coppia di molle dette a “biscottino” all’anteriore, ma solo per la versione accessoriata, il modello “base” era totalmente sprovvista di sospensioni.
L’accensione del motore avveniva tramite la pedalata che, con un sistema di cinghie trapezoidali trasmetteva il moto al motore accendendolo; la guida era proprio come i motorini di oggi: solo gas e freni, niente marce ma presa diretta a puleggia (la prima versione) o a variatore (le versioni successive più “moderne”).
Le varie versioni
Nel corso della sua lunghissima carriera il Ciao è stato aggiornato tante volte, a partire dai freni a tamburo o al miscelatore sul “Ciao Mix”, i cerchi in lega, il variatore detto “variomatic” e la marmitta catalitica sul “Ciao Kat” sia Euro 1 che Euro 2 dovuta alle sempre più stringenti norme “antinquinamento“.
La versione più rara e ricercata dai collezionisti è sicuramente quella dedicata ai Mondiali di calcio svolti in Italia nel 1990, quello di “Notti Magiche”; non era altro che un “Ciao PX” azzurro con plastiche bianche e adesivi tricolori con il logo “Italia ’90”.
Il “Ciao Italia ’90” è stata una grande trovata pubblicitaria da parte di Piaggio, anche perchè “Ciao” era il nome della mascotte della manifestazione; l’idea è stata ripresa molto più recentemente da Fiat con la loro “Pandazzurri”.
Al Museo Piaggio di Pontedera è presente un’altra versione di Ciao dedicata ai Mondiali di Italia ’90, verniciato con un grande tricolore che dal verde anteriore passa al rosso sul posteriore, diviso ovviamente dal bianco al centro del telaio. Questo esemplare si chiama “Ciao Tricolore Italia ’90”. Sui forum online si legge che è stata una pre-serie di “Ciao Italia ’90” ma non se ne sa molto.
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Insomma, il Ciao è stato per milioni di ragazzi il primissimo mezzo di locomozione a motore. La prima brezza di libertà dai genitori, le prime girate con gli amici o da soli; una Leggenda su due ruote.
Insieme al Ciao, anche altri scooter Piaggio hanno mosso masse di quattordicenni sia in Italia che nel Mondo. Il Bravo, il …Si…, il Boxer, il Boss ed il Grillo. Modelli che, chi più chi meno, hanno contribuito a rafforzare il marchio Piaggio nel Mondo.
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