Enzo Luperini: una vita in Vespa
Enzo Luperini si è spento il 18 Ottobre 2022; questo è un articolo “targato” 2018 quando mi aprì le porte di casa sua rilasciandomi una lunga intervista. Ci ha lasciato una “colonna” della storia della Vespa, uno di quelli che l’ha fatta crescere e che l’ha amata. Caro Enzo si sentirà molto la tua assenza ai raduni, è stato un piacere conoscerti.
Vi lascio l’articolo “originale”, come se lui fosse ancora sul suo divano, a rispondere alle mie domande. Ciao Enzo.
Enzo Luperini è una persona che dovrebbe essere definita con l’appellativo “Il Vespista”; non uno qualunque: un Vespista che superati gli 80 salta in sella alla sua fedele Primavera ET3 per andare ai raduni, ovunque essi siano, non può essere definito “uno qualunque”.
Enzo mi ha accolto a casa sua per raccontarmi della sua vita, ci sediamo nel salotto circondato da tantissime foto, coppe, medaglie, toppe e molto altro ancora; tutti riconoscimenti che Luperini ha guadagnato nel corso della sua carriera. La sua storia ebbe inizio nel 1949, quando il giovane Enzo entrò in fonderia a soli 12 anni e li rimane per 15 anni; aveva però già le idee chiare, infatti ogni giorno vedeva i collaudatori sfilare per Pontedera con le loro Vespa, il suo sogno era quello di diventare come loro: un collaudatore della Piaggio, ma per riuscirci doveva farsi notare.
La prima Vespa e le prime gare
Nel 1955 comprò la sua prima Vespa, una 150 con la quale imparò a fare ogni tipo di acrobazia immaginabile in sella ad una Vespa.
Negli anni ’60 iniziò a correre; nel 1961 e ’63 vinse in sella ad una moto una gara di oltre 300km interamente sullo sterrato, una gara che valeva 60 mila lire di montepremi (più del suo stipendio mensile in fonderia). “Eh sennò un c’andavo a corre oh” il suo commento.
In Vespa iniziò a fare gare di regolarità con la sua Super Sport del ’61 ma poi dovette ritirarsi a causa della continua crescita della potenza delle moto contro il piccolo motore da 10cv della Vespa, infatti successivamente inizò a competere nelle gare di abilità, le gymkana “e di quelle n’avrò vinte dumila, c’ho le ‘oppe anche ar gabinetto” dice Enzo con l’orgoglio di chi veramente potrebbe insegnare a chiunque a fare l’acrobata su un mezzo con le ruotine da 10 pollici.
Con particolare orgoglio Enzo mi ha raccontato il giro dei “Castelli Malatestiani”; un sabato uscì dalla fonderia alle 18:00 e pioveva, prese la Vespa e andò insieme a lei fino a Rimini passando dalle strade di montagna degli Appennini, nel buio e nella tormenta di pioggia, il giorno dopo corse la gara di 220km ancora sotto l’acqua e, per di più, evitando una frana che cadde sulla strada; Classificatosi secondo e vincendo 50 mila lire tornò a casa il giorno stesso, arrivando a Pontedera alle 3 di notte del lunedì. La mattina non andò a lavoro, il padrone lo riprese e Luperini si giustificò dicendo “m’ero sognato di fa il barbiere, i barbieri il lunedì un lavorano!… mi mandò via 15 giorni e io andavo a fa il bagno in Arno… eeh erano altri tempi prima…”.
L’ingresso in Piaggio
A tutti i costi Luperini volle coronare il suo sogno che aveva fin da bambino, anche rifiutando un posto di lavoro nelle Ferrovie che avrebbe avuto assicurato dopo essere stato militare nel Genio Ferroviere; entrò in Piaggio a metà anni’60 non sapendo quasi nulla sulla Vespa ma li, dopo 6 anni passati in catena come manovale, grazie alla sua passione (che aveva ma che ha tutt’ora) imparò tutto ciò che c’era da imparare ed entrò nel reparto “Esperienze”, in parole povere diventò collaudatore; li fece carriera fino ad arrivare ad avere la qualifica di “capogruppo”, il massimo per chi aveva la licenza di scuola elementare.
Come collaudatore provò di tutto e dappertutto: dagli pneumatici per la Pirelli in Sicilia fino al mese trascorso in pista al Mugello percorrendo più di 500km al giorno in sella alle Vespa che aveva in prova; testandone ogni particolare e riferendo tutto quel che andava bene o che poteva essere migliorato. Enzo ha il dono di sentire qualsiasi cosa che non vada nella Vespa, fino al più piccolo ed insignificante problema: “ma io un son meccanico, ti dico che problema ha poi te lo sistemi!” dice ridendo.
Dopo aver vinto di tutto, oggi Enzo Luperini gira tutta la Toscana con la sua fidata Vespa Primavera ET3 del ’79, partecipando a più raduni possibili ottenendo sempre il riconoscimento per il “Vespista più anziano”, perchè come dice lui “sono sempre il più vecchio! E se venisse uno più vecchio di me verrebbe cor furgone… Io se devo andà a 300km da qui ci vado in Vespa!“.
“Cos’è per lei la Vespa?”
L’ultima domanda che ho voluto per forza fare ad Enzo è stata questa: “Dato che ha passato tutta la vita intorno alle Vespa… per lei è un semplice oggetto o qualcosa di più?“. La sua risposta è stata forse scontata ma piena di significato: “La Vespa è meglio della mi moglie, io se dovessi lascia o la Vespa o la mi moglie lascerei la mi moglie! E quando io vado ai raduni lei mi dice – un fa tanto presto – ecco perché si va d’accordo“. Questa è la frase di chi ha una felice relazione che dura da più di 60 anni con la moglie ma che comunque ha la passione per un’icona e un modo di vivere qual’è la Vespa!
Con questo, saluto Enzo Luperini, uscendo da quell’appartamento dove si respira in ogni angolo la passione e la storia Vespa, con in mano un piccolo regalo che mi ha voluto fare: una vecchia decalcomania del simbolo del Vespa Club Pontedera degli anni ’60!
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