La Vespa con gli occhi di una “zavorrina”
Il Vespista è abituato a vivere la Vespa in prima persona, ma avete mai pensato quale possa essere il punto di vista del passeggero: quello della “zavorrina”?
Con questo articolo cercheremo di guardare la Vespa con gli occhi di chi sta seduto dietro, in questo caso la mia “zavorrina”: Chiara, la mia ragazza.
Come vivi la Vespa seduta dietro?
Seduti dietro a volte può essere una bella sofferenza, soprattutto nei viaggi lunghi, per colpa dei dolori al fondoschiena che alla lunga possono saltar fuori; mi ricordo la prima volta che feci un giro in Vespa non riuscivo più a camminare ed era un tragitto corto! Comunque è tutta una questione di abitudine, ancora oggi, a volte, capita ma solo nei tragitti lunghi. Il peggio arriva in estate quando devo mettere i pantaloni lunghi perché altrimenti con il sudore che si crea tra gamba e sella crea irritazione e fa molto male, quindi consiglio per le ragazze, non andate mai in Vespa con i pantaloncini corti (ricordatevi che un abbigliamento idoneo può salvare anche la vita ndr).
In ogni caso, però, è una bella esperienza perché puoi goderti il panorama intorno a te e fare qualche bella foto (tenendo ben stretto il telefono); la velocità relativamente bassa della Vespa consente di godere ogni sfaccettatura dell’ambiente circostante, soprattutto se nuovo.
Che ne pensi dei raduni e di chi li popola?
Prima di conoscere questo Mondo credevo che i raduni non facessero per me; poi il 28 agosto 2018 partecipai al mio primo raduno da “zavorrina”: il “Vespa Go 2.0” del V.C. Monte Serra.
Quel giorno capii la vera essenza di un raduno: non si tratta solo di riunirsi e fare un giro ma, soprattutto, è condivisione, conoscere nuove persone, vedere Vespa di tutti i tipi e ritrovarsi tutti insieme sotto quel nome.
Unico neo è la nuvola di fumo di quando parte il tour! Le prime volte ci “affogavo” ora invece sto iniziando a tollerarlo, sia chiaro non mi abituerò mai del tutto all’odore della miscela ma Matteo dice che “è meglio del profumo”, mah.
Poi ho scoperto le “toppe” (o “patch” ndr) e fu amore a prima vista: la prima fu del raduno “In Vespa per il Serra” del V.C. Pontedera nel 2018. Non vedo l’ora di tornare a fare raduni per raccogliere altre toppe e riempire il mio zaino dove le sto attaccando tutte. Peccato che nel 2020 il “Covid-19” non ci ha permesso di fare praticamente nulla, comunque torneremo tutti carichi e più forti di prima, soprattutto la PX di Matteo.
Sai cosa significa il termine “zavorrina”?
No, sinceramente non sapevo nemmeno che noi passeggeri venissimo chiamati “zavorrine”; vado a cercare su Google (lo ha fatto davvero ndr).
“Da zavorra, viene utilizzato nel motociclismo per indicare il passeggero della moto, che solitamente è una ragazza o donna. Nei primi del ‘900 il passeggero veniva considerato un peso; questa origine negativa del termine deriva dal periodo fascista in cui si tendeva a dare predominanza alla figura maschile rispetto a quella femminile. Oggi, per fortuna, in tanti sono felici di avere con sé una “zavorrina” e di condividere con essa esperienze e viaggi. La “zavorrina” può aiutare chi guida, infatti, come dice il detto “meglio 4 occhi che 2””.
Ti sei appassionata alla Vespa?
Premetto che, prima di conoscere Matteo, non provavo alcun interesse per i motori, tantomeno per la Vespa. I miei genitori non hanno mai voluto farmi guidare un mezzo a due ruote per paura; anche prima di diventare una “zavorrina” c’è voluto tanto tempo per convincerli.
Oggi ho capito che è un Mondo con una storia interessante dietro; mi piacerebbe provare una Vespa però ho un po’ di timore perché essendo a marce (quelle storiche) ho sempre paura di poter sbagliare e rompere qualcosa; però giustamente come con la macchina ci vuole pratica, chissà forse un giorno la proverò e arriverò a “trattarla come una persona” come dice Matteo.
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